Movimenti oculari e processi cognitivi: 

Un'analisi critica delle teorie della 

Programmazione Neurolinguistica


Elaborazione
Dott. Francesco Galvano

I movimenti oculari rappresentano una finestra unica sul funzionamento del cervello umano, offrendo preziose informazioni sui processi cognitivi sottostanti. Negli ultimi decenni, la ricerca in questo campo ha fatto passi da gigante, grazie all'avvento di tecnologie avanzate di eye-tracking e all'applicazione di sofisticati metodi di analisi dei dati. Uno studio recente condotto da Marconi et al. (2023) ha esplorato la relazione tra movimenti oculari e diverse attività cognitive, mettendo alla prova alcune ipotesi della Programmazione Neurolinguistica (PNL). Utilizzando un sistema di eye-tracking all'avanguardia, i ricercatori hanno analizzato i movimenti oculari di 31 partecipanti in risposta a varie tipologie di domande. I risultati hanno rivelato che le domande che richiedono una maggiore attività cognitiva inducono significativamente più movimenti oculari rispetto alle domande di controllo più semplici. Inoltre, è emerso che questi movimenti non sono casuali, ma orientati in direzioni specifiche in base al tipo di domanda posta. Tuttavia, è importante notare che le direzioni osservate non corrispondevano generalmente a quelle previste dalla teoria PNL, ad eccezione di una condizione specifica. Questo risultato mette in discussione alcune delle affermazioni più audaci della PNL riguardo alla relazione diretta tra movimenti oculari e processi cognitivi specifici. La ricerca sui movimenti oculari non si limita solo all'ambito della psicologia cognitiva, ma trova applicazioni anche in campi più pratici. Un esempio interessante è lo studio condotto da Nisha Bhaskaran, Venu Govindaraju, Mark Frank e colleghi presso il Center Unified Biometrics and Sensor dell'Università di Buffalo. Questi ricercatori hanno sviluppato uno strumento innovativo che analizza le variazioni delle pupille e dei movimenti oculari per rilevare potenziali comportamenti menzogneri. Confrontando il tracciato oculare di una persona durante una normale conversazione e mentre si suppone stia mentendo, lo strumento è stato in grado di identificare i mentitori con una precisione dell'82,5% (citato in Pacori, 2012). Questo risultato è particolarmente notevole considerando che i video utilizzati nello studio includevano soggetti di diverse etnie, con differenti posizioni della testa e fonti luminose, e persino la presenza di ostacoli come occhiali o lenti. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che, come afferma Pacori (2012, p. 45), "questo non vuol dire però che le macchine sono pronte a sostituire l'uomo ma che possono rivelarsi un valido ausilio alla capacità ed all'intuito degli investigatori". È importante riconoscere i limiti di queste tecnologie. Nonostante l'alta precisione, una piccola percentuale di soggetti si è dimostrata capace di mantenere schemi di movimento oculare usuali anche mentre mentivano, sfuggendo così al rilevamento. Questo sottolinea la complessità del comportamento umano e la necessità di approcci multidimensionali nell'interpretazione dei dati oculomotori. La ricerca sui movimenti oculari continua a evolversi, aprendo nuove prospettive in diversi campi. Studi precedenti, come quelli di Burke et al. (2003) e Farmer et al. (1985), hanno già messo in luce la complessità della relazione tra movimenti oculari e processi cognitivi, evidenziando la necessità di approcci metodologici rigorosi e di una cauta interpretazione dei risultati.

In conclusione, mentre la ricerca sui movimenti oculari offre promettenti applicazioni in ambiti che vanno dalla psicologia cognitiva alla sicurezza, è fondamentale mantenere un approccio critico e basato sull'evidenza. Futuri studi dovranno affrontare le limitazioni metodologiche esistenti, esplorare campioni più ampi e diversificati, e integrare le conoscenze provenienti da diverse discipline per costruire una comprensione più completa e accurata del significato dei movimenti oculari nel contesto dei processi cognitivi umani.


Riferimenti

  1. Burke, D. T., Meleger A., & Schneider J. C. (2003). Eye-movements and ongoing task processing. Perceptual and Motor Skills, 96(3), 1330-1338.
  2. Farmer, A., Rooney, R., & Cunningham, J. R. (1985). Hypothesized Eye Movements of Neurolinguistic Programming: A Statistical Artifact. Perceptual and Motor Skills, 61(3), 717-718.
  3. Marconi, M., Do Carmo Blanco, N., Zimmer, C., & Guyon, A. (2023). Eye movements in response to different cognitive activities measured by eyetracking: a prospective study on some of the neurolinguistics programming theories. Journal of Eye Movement Research, 16(2):2.
  4. Pacori, M. (2012). Come leggere la mente degli altri: guida ai segreti della comunicazione non verbale. FrancoAngeli.

Sitografia

  1. American Psychological Association. (2022). Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR) Therapy. https://www.apa.org/ptsd-guideline/treatments/eye-movement-reprocessing
  2. Tobii Pro. (2023). What is eye tracking? https://www.tobiipro.com/blog/what-is-eye-tracking/
  3. Association for NLP. (2023). What is NLP? https://anlp.org/what-is-nlp
  4.  https://www.buffalo.edu/cubs.html
  5. https://bop.unibe.ch/JEMR/