I giochi olimpici appena conclusi sono stati teatro di numerose emozioni spontanee degl´atleti che hanno gareggiato nelle 50 discipline della XXXII edizione olimpiade. Questo multietnico scenario ci da ancora una volta la possibilità di dimostrare l´universalità delle emozioni.
Elaborazione
Dott. Francesco Galvano
Pensiamo al mix tra il desiderio di vincere, gli sforzi, i sacrifici che ogni atleta ha dentro di se quando si appresta a gareggiare in un evento di portata mondiale. Nascondere le proprie emozioni in caso di vittoria o sconfitta é estremamente complesso in quanto il vulcano emotivo in ognuno di noi vuole esplodere dando vita alla parte più orgogliosa del nostro animo.
Uno dei primi studi su emozioni e olimpiadi é stato condotto nel 2004 dal Dr. David Matsumoto durante le paraolimpiadi di Atene, concentrando gli studi su atleti non vedenti e quindi (specialmente per i non vedenti dalla nascita) non assoggettati alle regole sociali acquisite dai vedenti. In questo studio sono state analizzate oltre 4800 foto di atleti provenienti da 23 diverse nazioni.
I risultati hanno indicato chiaramente che le emozioni mostrate sia a livello di mimica facciale, sia di linguaggio del corpo, sono le stesse per vedenti e non vedenti (http://www.sciencedaily.com /releases/2008/12/081229080859.htm).
In caso di vittoria (specialmente quando si occupa il gradino più alto del podio) possiamo notare il sorriso sincero, conosciuto come sorriso Duchenne. Questo sorriso coinvolge principalmente il muscolo zigomatico maggiore (quello del sorriso per intenderci) che orbicolare degli occhi (innalzamento delle guance e contrazione degli occhi).
Anche il linguaggio del corpo non conosce confini culturali. Sia che parliamo di tribù indigene o di atleti che realizzano di aver vinto, la reazione é la stessa: mostrare un meraviglioso mix di emozioni di base anche se la cultura di riferimento induce a mostrare umiltà in pubblico. Questa manifestazione di trionfo si traduce nell´alzare il mento (tipico dell´orgoglio), le mani e le braccia verso l´alto, le gambe leggermente divaricate (presente nella felicità e in quelle emozioni che mostrano sicurezza).
Quest´ultimo anno é stata dura specialmente per il distanziamento sociale. La prossemica gioca un ruolo fondamentale nelle relazioni sociali. La voglia di stare vicini alle persone che si amano o di condividere momenti di gioia con un abbraccio sono stati ridotti all´osso a causa del Covid. In questi giochi olimpionici abbiamo rivisto la condivisione della felicità riprendere piede sia tra questi e i propri coach.
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